Di asfalto e giaguari

L’uso delle metafore è sempre pericoloso. Non si limita a una operazione linguistica, ma crea categorie che modificano la percezione.

“Smacchiare i giaguari” appartiene a quella vasta categoria di metafore che trova la sua radice nell’espressione: “non siamo qui per pettinare bambole”. Che ha il duplice significato di non essere inoperosi e di fare un lavoro assolutamente inutile (i bambini pettinano le bambole e noi non siamo qui a fare un gioco da bambini).

Nella sua accezione di lavoro inutile rientra in quella serie di detti popolari sulle operazioni superflue ( nel dialetto padano c’è un proverbio che recita che ci sono tre cose inutili: sbattere le noci per farle cadere, spalare la neve e far correre i vecchi).

La scelta di una simile metafora è probabilmente motivata dalla ricerca di un consenso attraverso l’umorismo, abbinata a un felino aggressivo e predatore che è il destinatario della simpatica minaccia.

“Ti asfalto” è una metafora che appartiene al gergo giovanile (se non addirittura giovanilistico), che indica il superamento stesso dell’idea di ucciderti e seppellirti, ma addirittura arriva a prevedere cosa avverrà della tua tomba: un luogo di transito, una tangenziale o una rotonda (corrispettivo moderno del quadrivio sotto cui venivano sepolti gli eretici e i vampiri).

Sceglierla implica l’intenzione di essere informale, capace di usare un linguaggio moderno e immediato.

Insomma caccia grossa e simpatia da un lato e seppellimento rituale e bande giovanili dall’altro. Quale sistema metaforico si cela dietro queste scelte? Caccia rituale o giovane simpatia?

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